Ci sono storie di vita e tragedie provocate dalla natura che sono impossibili da affrontare. Ma l’uomo in tutto questo disarmo naturale che ruolo ha? Me lo chiedo in queste occasioni reiterate in cui si manifesta la mancanza di cura dell’ambiente. Dalla siccità alle inondazioni si sa che la via di mezzo non c’è, tuttavia, se ci fosse maggiore attenzione da parte nostra sono sicuro che certe catastrofi potrebbero essere evitate. E parlo della mancanza di cura degli argini dei fiumi che attraversano le città. Argini che vedo sempre intasati da rami e tronchi d’albero che deviano pericolosamente il corso dei fiumi, con il relativo pericolo di produrre l’esondazione del corso d’acqua dal suo alveo. E mentre le drammatiche immagini ci ricordano come soprattutto in Romagna si sviluppi un’allerta meteo di color rosso, penso a chi in un attimo ha perso tutto. La vita che ti gira le spalle, che ti disarma, che distrugge i sogni, i sacrifici e i risparmi di sempre. E dentro quel maledetto fango e quella putrida acqua ci sono le cose più care che legittimamente ciascuno teneva come qualcosa di prezioso. E’ la privacy che viene ignorata, ferita, umiliata dalle onde d’acqua che divorano case, terreni, fanno crollare alberi e i detriti si accumulano davanti ai propri occhi come fossero montagne. Tutto in un momento diventa inutile, anche vivere non ha più senso, ammesso che sei stato fortunato a sopravvivere alla catastrofe. E l’uomo dà una mano ad altri uomini per rialzarsi, per risorgere dopo che l’uomo stesso è stato la causa di tutto. E’ come un fare e rifare con il rischio della perdita della cosa più cara che abbiamo: la vita. Eppure basterebbe avere più attenzione nel migliorare il proprio vivere egoistico, conducendo un modus vivendi più attinente a prevenire ogni causa naturale scatenante inevitabili tragedie. Pensieri che sono ricorrenti ma che non s’infiltrano nell’anima per sentirsi in colpa e fare migliorare il nostro vivere civile. E allora rifletto con sconfortante pensiero che all’Emilia Romagna seguiranno purtroppo altre tragedie provocate sì dalla natura che è molto arrabbiata con tutti noi per non averla protetta, apprezzata, amata. E così ci lecchiamo le ferite, contiamo i morti innocenti e la vita che pur con la sua lunga storia, nulla insegna all’uomo per migliorarsi.
Salvino Cavallaro